Viviana Chiosi
Nata nel 1978 a Locarno, Svizzera.
Vive e lavora a Zurigo.
Mostre personali
2015 Compositions, Sam Scherrer Contemporary, Zurigo
2013 From Manga and Street Art, Sam Scherrer Contemporary, Zurigo
2010 Best friends, Sam Scherrer Contemporary, Zurigo
2009 Urban stuff, R57, Zurigo
Viviana Chiosi, Diem & Tenger, Adliswil
2008 Viviana Chiosi endlose Zeich(nung)en, Sam Scherrer Contemporary, Zurigo
2007 Viviana Chiosi,
Restaurant Kreis 6, Zurigo
.Vivi. for ever, Rencontre Culturel, Zurigo
2006 More stuff!, mad Fashion Art Galerie, Zurigo
Do you like my stuff!, Station21, Zurigo
2005 Viviana Chiosi, Restaurant Kreis 6, Zurigo
2004 Open eyes, Plattformelf, Zurigo
Principali mostre collettive
2016 Art Bodensee, Sam Scherrer Contemporary, Dornbirn, Austria
Kunstplattform, Ohne Titel, Winterthur
Kunst 16, Sam Scherrer Contemporary, Zurigo
Benefiz-Ausstellung Bildwelten_10, KunstRaum R57, Zurigo
2015 Kunst 15, Sam Scherrer Contemporary, Zurigo
2014 Himmelwärts, Station21, Zurigo
Kunst 14, Sam Scherrer Contemporary, Zurigo
2013 Himmelwärts, Station21, Zurigo
Kunst 13, Sam Scherrer Contemporary, Zurigo
2012 Kunst 12, Sam Scherrer Contemporary, Zurigo
2011 Christmas Showcase,
Galleria Doppia V, Lugano
Kunst 11, Sam Scherrer Contemporary, Zurigo
Premio di pittura per giovani artisti 2011, Fondazione Gino
e Gianna Macconi e Comune di Chiasso, Chiasso
2010 Himmelwärts, Station21, Zurigo
Kunstplattform, Ohne Titel, Winterthur
2009 Bildwelten_3, R57, Zurigo
Himmelwärts, Station21, Zurigo
Young at Art, Galerie ArtSeefeld, Zurigo
2008 Bildwelten_2, R57, Zurigo
Das kleine Format, Zollikon
Himmelwärts, Station21, Zurigo
2007 Himmelwärts, Station21, Zurigo
Jungkunst, Winterthur
2006 Le immagini della fantasia 20, Mostra Internazionale dell’ Infanzia, Sarmede, Italia
Viviana Chiosi, Zingg-Lamprecht, Zurigo
2005 Somewhere between,
Galerie Art One, Zurigo
Le immagini della fantasia 19, Mostra Internazionale dell’ Infanzia, Sarmede, Italia
2001Le immagini della fantasia 18, Mostra Internazionale dell’ Infanzia Sarmede, Italia
INSIDE OUT
di Alessia Giglio Zanetti
Sono molti, sono uniti e coloratissimi.
Sono i protagonisti delle opere di Viviana Chiosi: esserini stravaganti dalla testa tondeggiante sostenuta da un tronco rigido, lo sguardo vivace dato da un rapido gesto di pennello e le orecchie morbidamente allungate. Ritratti frontalmente, a testa in giù o in pose bizzarre, lasciano affiorare la bidimensionalità dei loro corpi, contenuti in una spessa linea di contorno che abbraccia queste creature stilizzate dall’incarnato uniforme; figure sottili come una pellicola che si compenetrano in uno sfondo stratificato e mosso.
Ogni opera ritrae uno o più personaggi, alcuni sono in posa, altri affaccendati nelle loro imprese quotidiane, ma tutti individui di un’unica grande famiglia che l’artista conosce da sempre. Nell’insieme, la galleria di ritratti crea l’immagine di un gigantesco patchwork nel quale è chiaramente leggibile un’ampia panoramica di emozioni costruite mediante poche linee e senza concessione alcuna al dettaglio fisiognomico.
Gioia, sorpresa, speranza, nostalgia, perdono, ma anche ansia, vergogna paura, rabbia, disgusto, prendono vita attraverso la rappresentazione icastica di verità che nasce grazie a pennellate rapide, a tratti incuranti, ma mai casuali.
Da un punto di vista tematico, la produzione
dell’artista si focalizza sulla relazione che intercorre tra le persone; sono in primo luogo gli stimoli della vita cittadina il terreno di indagine per l’osservazione degli stati d’animo, da quelli più familiari a quelli più dissimili. L’habitat in cui i personaggi di Viviana Chiosi vivono è un palcoscenico urbano intriso di suoni, di parole urlate o sussurrate, illuminato dalle luci al neon delle insegne. Zurigo, città nella quale l’artista ticinese si trasferisce nel 1998, assume un ruolo dominante nel suo percorso formativo: molti dei soggetti ritratti riflettono l’atmosfera che gravita attorno ai locali, ai trasporti pubblici, alla scena culturale sempre attenta e permeabile a nuove tendenze.
Il richiamo all’illustrazione e al mondo dell’infanzia, caratteristico dell’iconografia delle opere di Viviana Chiosi, veicola messaggi chiari e facilmente decodificabili desunti prevalentemente dal quotidiano. Senza regole formali, questa pittura dai toni effervescenti si contraddistingue per l’immediatezza del linguaggio; una messaggistica istantanea, fotografia del nostro tempo, che lascia affiorare ritmi e pensieri da una superficie in tela, legno o cartone.
Ogni opera, nella sua apparente semplicità rivela una stratificazione di gamme croma-tiche sovrapposte, spalmate e lavorate sul supporto-contenitore. Nel procedimento di
accogliere i pensieri per fissarli nel colore, Viviana Chiosi è guidata da una gestualità automatica con cui dà vita a segni marcati e a pennellate corpose, adottando acrilici e pastelli a cera, uniti a sagome, a stampati pubblicitari, numeri o lettere. Lo sfondo assume un’importanza particolare per la lettura della sua opera e gli strati multipli sono veri e propri elementi costituitivi del quadro. Immobilizzati nel colore e nelle lacche scorgiamo tracce di opuscoli, cartoncini, fogli di alluminio, paillettes, frammenti di tessuto.
Nelle scelte tematiche e espressive adottate da Viviana Chiosi è presente l’eco delle contaminazioni artistiche che hanno influenzato la sua pittura: dalla pop art alla grafica pubblicitaria, dalla tradizione fumettistica all’arte di strada. Più volte associata a quella di artisti appartenenti a quest’ultima corrente, Keith Haring in primis, soprattutto da un punto di vista stilistico, la sua produzione ha subito nel corso degli ultimi dieci anni un mutamento significativo. Le stravaganze e le espressioni assorte dei ritratti dei primi anni 2000 lasciano oggi il posto a una riflessione più intima, filtrata nel disegno dell’artista da quelle parole nelle nuvole, dal solco di una lacrima, dalla voce spezzata che ora riconosciamo in alcune creature. Nello sfondo dell’opera è presente una maggiore complessità; è questo il terreno che accoglie un assaggio di frasi frantumate, parole distanti e capovolte, ma che ancora trattengono tutto il sapore di un’emozione, è questo linguaggio apparentemente privo di contenuto, ma ridondante di allusioni, a esercitare un interesse rinnovato.
Impariamo a conoscerle vivendoci assieme, sì, perché queste “presenze simpatiche”, istintivamente permeabili allo sguardo, diventano rapidamente testimoni inconsapevoli delle nostre inquietudini, confidenti delle nostre emozioni, delle esperienze vissute o soltanto immaginate.
Questi personaggi navigano nel nostro mondo, vivono la profondità del presente senza presunzioni e ci pare di sentirli invocare l’amore, cercare lune, interrogarsi, stupirsi, inseguire certezze e perdersi.
Il lessico dell’artista, che si compone di piccoli oggetti incollati, cartoline, dépliant, briciole di parole ma soprattutto di tanto colore, incuriosisce facendo scattare un meccanismo istintivo a metà strada tra il ludico e l’autentico. Ci piace considerare le sue opere come porzioni di favole intrise di contemporaneità, dove le figure parlano nonostante il chiacchiericcio di sottofondo, sfoderando espressioni con le loro infantili mimiche del volto e apparentemente ci riescono, senza essere inghiottiti dal mare della comunicazione social. Perché il loro raccontarsi è racchiuso in uno spazio e ha un tempo infinito, e pur adottando codici vicini alle modalità di comunicazione dei social network (dagli emoticon ai meme) se ne distanziano grazie alla freschezza e alla solidità di una composizione equilibrata e soprattutto lontana dai segni tangibili dell’impazienza che corre sul web.
Quelle ritratte da Viviana Chiosi sono le facce che ci appartengono, inside out, a volte riflettono l’immagine di un risveglio sinistro, l’ansia, la noia, la voglia di riuscire contro ogni ostacolo, a volte fanno riemergere i nostri ricordi d’infanzia dal bugigattolo traboccante che ritroviamo nell’adulto che siamo, mai dimenticate e soprattutto mai perdute.
Alessia Giglio Zanetti, Zurigo, marzo 2017