Milo Lockett
Mostra personale
03 Ottobre - 01 Dicembre 2013
Milo Lockett
invito Milo Lockett
Comunicato Stampa
Milo Lockett
a cura di Barbara Paltenghi Malacrida
3 ottobre - 30 novembre 2013
Inaugurazione giovedì 3 ottobre dalle ore 18. Sarà presente l’artista.
Galleria Doppia V, Via Moncucco 3, 6900 Lugano
da lunedì a venerdì, dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 17 (o su appuntamento telefonando allo 41 91 966 08 94)
info@galleriadoppiav.com
www.galleriadoppiav.com - www.facebook.com/galleriadoppiav
Dopo il successo nell'ambito della collettiva Christmas Showcase, allestita nel dicembre 2012 e di cui è stato uno dei protagonisti indiscussi, l'artista argentino Milo Lockett torna alla Galleria Doppia V di Lugano con una mostra interamente a lui dedicata, volta a presentare un estratto particolarmente significativo della sua più recente produzione. L'esposizione, che prevede oltre quaranta opere tra tele di grandi dimensioni, carte e piccole sculture, si configura come una delle sue personali più importanti mai organizzate in Svizzera.
Milo Lockett, nonostante alcune partecipazioni a collettive in Brasile, Germania, Paraguay e Stati Uniti, ha raramente esposto in Europa: la mostra alla Galleria Doppia V di Lugano costituisce, dunque, un'occasione rara e preziosa per ammirare gli esiti di uno degli artisti più attivi, prolifici e famosi dell'intero panorama sudamericano. Premiato nel 2006 quale “Artista rivelazione di ArteBA”, la Fiera dell’arte di Buenos Aires, nel 2007, 2008 e 2009 ne è stato l'esponente con più vendite in assoluto. Recentemente il Centro Cultural Rojas, uno dei più prestigiosi musei d’arte contemporanei della capitale agentina, gli ha dedicato ampio spazio consacrandolo tra i suoi più importanti rappresentanti.
Il percorso espositivo intende ricreare la traccia semantica che sottende alla produzione di Lockett attraverso la messa in evidenza dei caratteri più tipici della sua analisi espressiva. Attore assoluto delle sue iconografie è il ritratto: deformato, a tratti grottesco e infantile, ma sempre icona di quel linguaggio che ha fatto della riduzione all'essenziale il paradigma di una filosofia esistenziale. La linea forte dei contorni, la suddivisione dello spazio in campiture cromatiche dai toni squillanti e lucidi e la bidimensionalità dei piani prospettici sono tutti elementi caratteristici dell'arte di Lockett, il cui lessico si sposa alla tradizione dei Murales a testimonianza del filo logico e coerente che lega la sua attività creativa a quella sociale e fortemente partecipata degli interventi urbani che lo vedono spesso protagonista.
Di formazione autodidatta, Lockett ha saputo infatti sviluppare nel tempo una marca stilistica propria e particolarissima, che gli ha valso numerosi riconoscimenti e incarichi pubblici. Tra questi vale la pena ricordare Red Latinoamericana de artistas, un progetto di attività con gli Aborigeni e La Revoluciòn de los niños, iniziativa supportata dall’Unicef che utilizza l’arte come veicolo pedagogico per istruire i bambini ai loro diritti. L’impegno filantropico è un altro strumento con cui Lockett utilizza il proprio lavoro in senso sociale: ogni anno dona infatti decine di sue opere in beneficenza per sostenere eventi in cui crede. Tra questi la creazione di un Ospedale Pediatrico nella sua città e il coinvolgimento in specifici programmi educativi per bambini e adolescenti non abbienti. L’attenzione al mondo dei giovani è dunque caratteristica del Lockett uomo e artista, e lo stile del suo vocabolario poetico ha saputo fare da collante alla concretizzazione di tali sinergie.
Dal punto di vista estetico i contrasti di colore dei suoi Totem, netti e senza sfumature, richiamano la tradizione del cartoon pur connotando ogni singolo personaggio di peculiarità somatiche riconoscibili. E se la forma è semplice, la scrittura irreale e continua che quasi deborda dagli sfondi delle sue tele altro non è che la metafora di un'ansia tutta contemporanea di comunicazione collettiva, nella quale le parole perdono parte del loro significato per assumerne e ricoprirne di nuovi.
Il richiamo è all'arte primitiva, alla spontaneità del segno: eppure il gesto è molto ben calibrato, e ha saputo col tempo creare un'identità pittorica nella quale potersi riconoscere. L'opera di Milo Lockett è lo specchio di un sentire ironico e composito, capace di catturare e rendere accessibili la sostanza e l'intensità di gesti e sguardi.
La mostra è corredata da un catalogo con apparati bio-bibliografici, testo critico e la riproduzione a colori di tutte le opere presenti.