Carolina Antich
invito Frío
Comunicato Stampa
CAROLINA RAQUEL ANTICH
Titolo della mostra: FRIO
Inaugurazione: venerdì 29 maggio dalle ore 18.
Sarà presente l'artista.
Fino al 30 luglio 2009.
Catalogo disponibile in galleria con testo di Ivan Quaroni.
Frìo
I dipinti e i disegni di questa costellazione di opere di Carolina Antich gravitano attorno a una parola: frío (freddo). «Dall’inizio tutto mi rimandava a questa parola, anche se per motivi talvolta diversi.» Dai disegni essenziali –una testa coronata da uccelli, un autoritratto con il cappello di lana– fino al vasto affresco invernale, due sono le categorie di elementi che s’impongono: spazi aperti e piccoli rifugi. Un bosco in penombra, la neve nel suo accecante candore, ma anche delle tende sotto cui ripararsi, un mantello che forse riscalda.
Sia nell’immediatezza del piccolo disegno, sia nello spazio più ampio di alcune tele, ciò che colpisce in queste opere è soprattutto la lontananza in cui sembrano abitare i personaggi di Antich, il loro strano ritiro. Bambini riservati, sfuggenti, che l’artista riesce a distillare con precisione, ma senza enfasi. Colpisce il loro assoluto silenzio, la loro intima concentrazione. Anche a scuola –una delle opera ritrae un gruppo di bambini schierati davanti a un mappamondo– gli sguardi sono di fine circospezione. In un’altra opera, una piccola cacciatrice ci mostra la sua preda, un ermellino (la punta della coda è nera, è inverno). Il viso è distante, quasi inespressivo: nella sua nitidezza la figura sembra lontana da ogni luogo riconoscibile. Non sappiamo se è un gioco o un’illusione.
Fortemente sintetica, la pittura di Antich è fatta di piccoli segni, di tenerezze, di candide trasparenze. Ma su ogni forma sembra aleggiare una pesante minaccia. Una bambina ha trovato riparo accanto a un albero nudo in un’enorme paesaggio di vento e neve. La tela è di grandi dimensioni, uno schubertiano «Viaggio d’inverno» in cui tutto è di una leggerezza sottilmente ingannevole. Incombente, il pericolo non è ancora presente.
Un piccolo racconto sembra sul punto di sbocciare in ognuno di questi dipinti, un racconto di esperienze solitarie, di scoperte inaugurali, forse decisive. L’ultima parola è tuttavia di sostanziale ritegno. Antich non ama le sottolineature né le aperte confidenze. Non meno dei profili minuti e delicati dei suoi bambini, gli spazi sfumati e i vuoti irreali hanno per lei un ruolo cruciale. Solo uno dei quadri –vediamo una tenda, nel bosco, piena di luce ma avvolta da ombre– è stato incorniciato: quasi a rendere più evidente quanto di illusorio vi sia nella ricerca di un rifugio definitivo.
Carolina Raquel Antich è nata a Rosario (Argentina) nel 1971, ha partecipato a numerose mostre personali e collettive tra le quali segnaliamo: Into Flower Gimpel Fils Gallery, London (2008); Rio Negro / Black River Florence Lynch Gallery, New York (2007); Beyond the Sunrise Art - U - Room, Tokyo (2007); Si salvi chi puo Prometeo Gallery, Milan (2006); Those Strange Children Curated by Douglas Ferrari, The Shore Institute For Contemporary Arts, Long Branch, NJ (2008); Quadriennale di Roma Rome, Italy (2008); Art Rotterdam Rotterdam The Netherlands (2008); Girlpower & Boyhood Solvberget, Stavanger Kulturhus, Norway (2007); MACO: featured artist Mexico City, Mexico (2006); Premio per la giovane arte italiana 51st Edition Venice Biennale, Venice Pavilion (2005); FIAC Florence Lynch Gallery, Paris (2005); Fondazione Bevilacqua La Masa, Venice (2005).